ASSOCIAZIONE
PRO LOCO ’Francesco Durante’
FRATTAMAGGIORE
(NA)
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FRATTAMAGGIORE CITTA'
BENEDETTINA Testo a cura di Pasquale Saviano in: IL SACRO SPECO n.4-1998
Sommario 1. Il titolo 2. La motivazione 3. La scheda storica 4. Le fonti bibliografiche
1.
IL TITOLO Il titolo di CITTA' BENEDETTINA per
Frattamaggiore, in provincia di Napoli, è stato solennemente ed
ufficialmente riconosciuto, all'inizio del 1997, dalle Autorità Religiose,
Civili e Militari; con il PLACET del R.mo P.Abate Marcel Rooney osb,
Primate dell'Ordine Benedettino, e con
il plauso di mons. Lorenzo
Chiarinelli, Vescovo di Aversa. L'avvenimento è stato celebrato con una
cerimonia svolta in occasione della festività di san Severino abate, apostolo
del Norico nel V secolo e precursore
del monachesimo in Occidente.Le funzioni religiose, il Concerto d'organo e di
Canto Gregoriano con coro, il Protocollo diplomatico, le pubbliche relazioni
celebrative e lo scambio dei doni e degli oggetti commemorativi, si sono
svolti nel monumentale tempio romanico-gotico di san Sosio, il principale
e più antico della città frattese, nell'aula magna del Comune, e nelle
strutture socio-religiose parrocchiali. La cerimonia si è svolta con l'intervento
del Rev.mo P.Abate Stanislao
Andreotti osb, insieme con il P.Silvestro Priori osb fungente anche da
organista, in rappresentanza del Rev.mo P.Abate Mauro Meacci osb della Congregazione
Sublacense, una delle 21 costituenti dell'intera Confederazione
Benedettina; con l'intervento delle Autorità religiose locali e delle
Comunità ecclesiali riunite intorno a mons. Angelo Perrotta
dell'Arcipretura sansosiana e al
coparroco don Sossio Rossi; alla presenza dell'Ambasciatore d'Austria presso la Santa Sede, S.E. Gustav Ortner ;
con l'intervento del Sindaco, della
Presidenza della Pro Loco e delle altre Autorità civili e militari; con la partecipazione degli organismi
culturali ed associativi locali, e della popolazione accorsa numerosa
all'eccezionale evento e
piacevolmente fraternizzante con gli Ospiti di Subiaco e con i
Componenti la Corale S.Maria Assunta in cielo di Agosta.
2.
LA MOTIVAZIONE Il riconoscimento di
Frattamaggiore Città Benedettina è espressione di una storia antica, che lega
la città dell'entroterra napoletano alla cultura benedettina. Una storia la
quale, più che per le vestigia monumentali, artistiche e museali, si
caratterizza per l'intreccio religioso ed agiografico.Questo intreccio il
Monastero sublacense di Santa Scolastica ha contribuito a scoprirlo e a renderlo pubblico, con la
simpatia del dialogo, con
l'incoraggiamento dello studio, con lo sviluppo delle iniziative
commemorative istituzionali e con il consolidamento dell'amicizia nello
spirito benedettino. Tra l'altro, il suo periodico Il SACRO SPECO,
coordinato da P. Silvestro Priori, ha spesso accolto e valorizzato le note,
le segnalazioni e i progressi della ricerca agiografica svolta dall'autore
sul tema benedettino che si evince dalla storia religiosa frattese. Le storie di San Sosio, di Santa Giuliana e di San Severino, sono risultate essere anche storie con forti
caratteri benedettini; perchè situate in un contesto di fatti, di
devozioni e di persistenza religiosa e geografica, in cui l'Ordine di San Benedetto
non è stato estraneo ed ha svolto funzioni fondamentali. D'altro canto, il riconoscimento della Città Benedettina frattese è pure
espressione di prospettive presenti e future.Queste prospettive sono legate
alle varie opportunità di scambio religioso e devozionale, di amicizia e di
neoformantesi comunità giubilare, di
sviluppo positivo della vita morale e della fruttuosa spiritualità;
opportunità che si propongono nel quadro di una realtà nuova, nella quale più
coscientemente ci si può riferire
ai valori offerti dall'insegnamento di San Benedetto, alla potenza del suo
patrocinio e della sua benedizione, e alla sua intercessione presso Dio. In questo senso è già attiva una grande
volontà di approfondire la riflessione religiosa e storica, di realizzare una
incisiva azione educativa, scolastica e relazionale civile, nei vari ambiti
della vita cittadina in Frattamaggiore. Si pensa, inoltre, di comunicare
ancora più proficuamente con l'amica realtà sublacense e di realizzare
il pellegrinaggio religioso; e si
lavora per dotare di un nuovo segno
la già ricca pastorale ecclesiale, la
tradizione e la cultura religiosa locale, in
modo che abbiano nei risvolti istituzionali, oltre che nella
spiritualità personale, pure il tratto distintivo di San Benedetto.
3.
LA SCHEDA STORICA La Chiesa di Frattamaggiore,
nella sua Parrocchiale principale intitolata a san Sosio, custodisce ed
onora le sacre spoglie dei santi Sosio e Severino. San Sosio è
patrono da sempre della città, insieme con santa Giuliana di Nicomedia.
Questo retaggio devozionale, sul piano agiografico, risale all'antico legame
che i Frattesi hanno con il Santo; il
quale fu diacono della Ecclesia di Miseno e martire con il vescovo
Gennaro e gli altri santi campani alla Solfatara di Pozzuoli, durante la
persecuzione di Diocleziano (303-305). I primi Frattesi fondarono la loro città nel IX secolo e provenivano da
Miseno, che avevano abbandonato a causa delle incursioni saracene. Sul piano
della vetusta documentazione storica, questo retaggio è testimoniato
dall'antico tempio sosiano, che è
monumento nazionale di stile
romano-gotico, dai contratti agrari medievali, dalla Ratio decimarum in Campania nei secoli XIII e XIV, e dalla
gestione abatiale gia annotata in epoca pre-tridentina. San Severino è patrono dell'Austria e
precursore del monachesimo occidentale. Egli nel V secolo, proveniente da
esperienze monastiche orientali, evangelizzò la
frontiera danubiana dell'Impero, conobbe e consigliò Odoacre, diede avvio in
quei luoghi alla vita eremitica e cenobitica vissuta secondo una 'Regola'
dettata a viva voce. Alcuni storici del medioevo pensano che questa 'Regola'
sia la stessa fonte della Regula Magistri, precorritrice di
quella di san Benedetto, formalizzata
in area bizantina meridionale
alla scuola di Eugippo. Questi era discepolo di Severino ed Abate della
cittadella monastica napoletana che nel VI secolo si trovava in insula maris fuori le mura e che era sorta intorno alla
tomba del santo. San Sosio,
patrono frattese, aveva già in epoca alto-medievale ricevuto onori e
celebrazioni nell'ambito del monachesimo benedettino. Dal tempo di papa
Gregorio Magno (VI secolo), grazie ai missionari benedettini, il nome del Santo
era diffuso per l'Europa nei principali
Martirologi, ed in Inghilterra fu celebrato dal Venerabile Beda
(672-735) nel primo Martirologio Storico. I Cassinesi lo effigiarono nelle
miniature e nei corali medievali, e
ne diffusero la devozione per le contrade della terra sancti Benedicti. Ai santi Sosio e Severino, nel 902,
fu dedicato il monastero benedettino di Napoli, città che era allora libero
ducato bizantino e che solennemente festeggiò la traslazione dei due santi. Per circa
un millennio, fino al 1807, epoca della soppressione degli ordini religiosi
nel periodo napoleonico, le spoglie dei due santi riposarono insieme nella
cripta del monastero; il quale divenne nel 1835 sede del Grande Archivio del
Regno, ed oggi è sede dell' Archivio di Stato.
La
presenza del monastero benedettino
dei santi Severino e Sossio nelle vicende del Regno di Napoli fu
significativa, testimoniata con privilegi ed influenze culturali; fu ritenuta da regnanti e popolari
importantissima per la religiosità, per l'arte e per la dignità civile. L'Abate e
i suoi monaci erano tenuti in gran conto dalle varie dinastie succedutesi a
Napoli: Normanni, Angioini, Aragonesi , Spagnoli, Borboni. Essi presenziavano nei consigli della nobiltà,
e si interessavano della gestione di
vasti territori, diffondendo in ogni luogo la fama, la devozione e la
toponomastica dei due santi. All'epoca
dell'abolizione degli ordini religiosi, un vescovo nativo di Frattamaggiore,
Michele Arcangelo Lupoli che fu arcivescovo di Salerno, riuscì a sottrarre le
sacre spoglie alla spoliazione delle chiese. Con il permesso delle autorità
dell'epoca egli riuscì a coronare il sogno millenario del ricongiungimento
dei Frattesi con il loro Patrono, e solennemente operò, il 31 Maggio del
1807, la traslazione dei corpi dei due santi a Frattamaggiore. Da quella
fatidica data Frattamaggiore si è sempre mostrata custode degna delle
vestigia dei due santi, indivisibili
nella memoria benedettina e nella memoria storica, i quali onorano il
cristianesimo, il monachesimo, la devozione popolare e la comunione tra le
genti. *****
Fonti bibliografiche: Emmanueli monachi, Legenda Graeca, IV
secolo, in Bibliotheca Casinensis. Eugyppii, Vita sancti
Severini, V secolo. Gregorii
papae,Epistolae, VI secolo. Johannis diaconi, Acta sancti Sosii, et Acta
translationis sancti Sosii,IX-X secolo. Chronicon Volturnense. Ratio decimarum in
Campania, sec.XIII e XIV. Cartario dell'Archivio
diocesano di Aversa. Cartario
post-tridentino di s.Sosio di Frattamaggiore. M.A.Lupoli,Acta
inventionis sanctorum corporum Sosii Diaconi ac Martyris. Misenatis et Severini Noricorum
Apostoli,1807. A.Giordano,Memorie
Istoriche di Fratta Maggiore,1834. ACTA SANCTORUM, Jan., Feb. et Sept. Monumenta ad Neapolitani Ducatus Historia
Pertinentia. Monumenta Germaniae Historica. D.G.A.Galante, Guida
sacra della città di Napoli,1872. C.Pezzullo, Memorie di
San Sosio Martire, 1888. S.Capasso,
Frattamaggiore, 1944. G.Cinque, Le glorie di
S.Sosio Levita e Martire, 1965. Giov.Vergara, S.Sosio
e Frattamaggiore, 1967. Gius.Vergara, Su Acta
Translationis Sancti Severini, in RSC 5-6 1969-70. P.Costanzo, Itinerario
frattese, 1972. P.Ferro,
Frattamaggiore sacra, 1974. A.Perrotta, Chiesa
curata matrice di S. Sossio, 1977. AA.VV., Storia di
Napoli, 1980. J.Mazzoleni
,L'Archivio del monastero benedettino dei SS.Severino e Sossio, 1984. P.Saviano, San Sosio,
1994. P.Saviano, San
Severino, 1995. F.Pezzella -
P.Saviano, Iconografia del Santo Patrono, Pro Loco di Frattamaggiore 1995. P.Saviano, Santa Giuliana
,1997. A.Perrotta, Con Cristo
a servizio dei fratelli - 60ø di sacerdozio, 1997. P.Saviano, Le chiese
di Frattamaggiore- guida alla visita, 1997. Il Sacro Speco, Rivista dei Benedettini di Subiaco, n. 4 e
6 -1993 ; n.3,4,5 –1994; n. 4 –1998.
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