ASSOCIAZIONE
PRO LOCO ’Francesco Durante’
FRATTAMAGGIORE
(NA)
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LE CHIESE DI
FRATTAMAGGIORE: VISITA GUIDATA RICERCA STORICO-AGIOGRAFICA
E TESTI DI PASQUALE SAVIANO MATERIALE PREPARATO PER LA
PRO LOCO 'F.DURANTE' DI FRATTAMAGGIORE IN OCCASIONE DEL
'SETTEMBRE FRATTESE' 1997
Sommario 1. San Sosio (IX-XIII secolo) 2. Santuario dell’Immacolata Concezione (sito
medievale-XIX secolo) 3. San Giovanni Battista (XV secolo) 4. Santa Maria delle Grazie e Purgatorio (XV
secolo) 5. Maria SS.ma del Carmine (origini:XIII
secolo- 1960) 6. Santa Maria Consolatrice degli Afflitti
(XVII secolo) 7. SS.ma Annunziata e Sant’Antonio (XVII
secolo) 8. Sant’Ingenuino (XVII secolo) 9. Madonna del Buon Consiglio e Sant’Alfonso
(XIX secolo) 10. San Filippo Neri (XIX secolo) 11. San Rocco (XIX secolo) 12. SS.mo Redentore (1908) 13. Maria SS.ma di Casaluce (XIX-XX secolo) 14. Maria SS.ma Assunta in Cielo (1956) 15. Cristo Re (1957)
[1] SAN SOSIO (IX-XIII sec.) PROFILO
STORICO-ARTISTICO –
Risale alla leggenda d'origine della città; è forse il più antico tempio di
tutto il territorio diocesano e nel medioevo ha avuto una configurazione
abbatiale. Espone una architettura romanico-longobarda sintetizzata
con forme angioine e successive. Di forma basilicale, ha una ossatura in
piperno con caratteri stilistici del gotico napoletano. Fu ampliato
nel 1522 ed è affiancato da un campanile del 1546. Nel 1945 subì un incendio
che distrusse tutte le sue strutture barocche e settecentesche e lo riportò
alle linee primitive. E' monumento nazionale, e conserva i corpi di
S.Sosio e S.Severino, un tempo custoditi nel monastero benedettino
napoletano. Per esso Frattamaggiore si fregia del titolo di Città Benedettina, ed è meta di pellegrinaggio
internazionale per la devozione che
gli Austriaci e le genti germaniche hanno verso il loro patrono San Severino. DESCRIZIONI * Il
"primitivo stile, a cui fu improntata l'architettura di questo
Tempio, sia da rapportarsi a quello di transizione, che dall'epoca della
decadenza romana corre
fino al primo sviluppo della civiltà cristiana e che dai critici va
conosciuta sotto il nome di stile romanico con tendenza al lombardo" (D'Amora e Buongiorno, 1894). * " Lo
stile primitivo della nostra Chiesa Madre è proprio quello in voga nel IX e X secolo, epoca in cui sorse
Fratta" (S.Capasso,1944). * " La
sua ossatura in piperno...rappresenta uno dei pochi esempi... del nostro
gotico napoletano" (P.Ferro,1974). * " La
bellissima struttura...della Chiesa Madre di S.Maria degli Angeli e S.Sossio,
di uno schietto gotico, a tre navate su pilastri cruciformi, con portale del
Rinascimento" (L.Zeppegno-C.Formisano,1981). * " La
forma originaria del Tempio Š di puro stile romanico, stile che a fine sec. X
era in pieno vigore" (A.Perrotta,1988). * " L'architettura
primitiva del tempio, quella cioè basilicale di tipo romanico, proprio
caratteristica del secolo X" (S.Capasso, 1992) * " Documentata
nel X secolo, fu ricostruita sul finire del XIV secolo in forme
durazzesco-catalane " (P.Crispino - C.Pasinetti, s.d.). VISITA
Sagrato : Vi si accede con una scalea di piperno. Facciata: Rifatta nel 1854; contrasta con
l'antico stile basilicale.Oltre alla visione delle nicchie con le statue dei
santi patroni, offre alla lettura dei fedeli una lapide commemorativa del
Beato Modestino. Porte
laterali: Portano
scolpita sulle soglie di marmo la data 1893. Portale
centrale di marmo:
Di stile rinascimentale, porta incisa sulla soglia l'iscrizione voluta dal
parroco Fuscone: Sabbatini Fuscone aere factum. A.D.MDLXIV. Altra iscrizione si nota sull'architrave:
A.S. MDLXVI ... Interno: E' a tre navate, con dieci archi
laterali poggianti su colonne di piperno, che si concatenano in crociera
all'arco centrale, dal quale pende un crocifisso ligneo. E' sormontato da una capriata in legno di stile trecentesco.
27 vetrate istoriate raffigurano la vita ed il martirio di S.Sosio, e
consentono di illuminare il tempio di
luce solare. Due notevoli pile dell'acqua santa in marmo di agadir sono
appoggiate ai primi pilastri, e pendono dagli archi laterali dodici lampadari
in ferro battuto. Abside: Vi è collocato l'altare monumentale di
marmo pregiato ornato di altri elementi marmorei e di suppellettile
preziosa.Un grande mosaico della Scuola Vaticana, del 1955, riproduce una
antica tela di F.De Mura; esso rappresenta la Madonna col Bambino tra gli
Angeli e i Santi principali della devozione locale: Sosio, Giuliana, Giovanni
battista e Nicola. Percorso: * Dalla
porta di destra, si può notare su di essa un quadro di V.Rossi raffigurante
la Vergine con Santi. * Nella
prima cappella, luogo privilegiato della devozione popolare, si osserva un
dittico ligneo composto da un Cristo morto, opera del '700, e dalla Madonna
Addolorata. * Sulla
discesa alla cripta è posto un quadro attribuito alla scuola del Giordano,
raffigurante il martirio di S.Gennaro e di S.Sosio. *
L'entrata alla sacrestia è accompagnata da una lapide che ne ricorda il
ricavo; in essa si può osservare qualche opera come quella di G.B.Lama che
raffigura il Purgatorio e i mobili dell'archivio. * La
grande Cappella, che accoglie le spoglie dei Santi Sosio e Severino, del
1873, è in stile cinquecentesco ad imitazione della Cappella di San Gennaro
del duomo di Napoli. La sua
progettazione risale all'epoca della Traslazione realizzata dall'Arcivescovo
M.A. Lupoli (1807). Sull'altare è posta una sepoltura di S.Sosio dipinta dal
Maldarelli, mentre ai lati vi sono due tele di S.Altamura che raffigurano l'una S.Sosio e S.Gennaro nell'atto di icontrarsi, e l'altra
S.Severino che riceve sulle rive del Danubio, nell’ansa di Melk, le reliquie
di s.Giovanni battista. Statue dei Patroni e dell'Apostolo del Norico
arricchiscono l'ambiente devozionale. * La
cappella della Madonna del Buon Consiglio, il cui quadro è racchiuso in una
bella raggiera, contiene una statua di S.Teresa del Bambino Gesù sotto
l'altare, un busto di S.Agnello ed una statua di S.Rosa da Lima. * A
S.Lucia, santa molto onorata dalla devozione locale, è dedicata l'ultima
cappella della navata.La santa è effigiata in un busto del '600 arricchito di
ex-voto e restaurato da E.Pedace. * Sul muro
della navata trasversale è effigiato un Volto Santo. * Le
cappelle laterali dell'abside contengono l'una una statua di Sant'Antonio da
Padova, e l'altra una statua del Cuore di Gesù realizzata da E.Pedace. *
Sull'altro fondo della navata trasversale si apre il vano della vecchia
sacrestia, la quale un tempo comunicava con l'esterno mediante una scaletta.
Segue il luogo dell'organo polifonico opera della Pontificia Fabbrica
d'Organi 'Comm. G.Tamburini di Crema'. * La
cappella ora dedicata a S.Giuseppe era un tempo il luogo ove si trovava il
busto di San Severino che si osserva nel cappellone dei Santi. *All'Assunta,
effigiata in un quadro della scuola
del Giordano ritoccato dal Maldarelli, era dedicata la cappella che ora
contiene una effigie della Madonna del Buon Consiglio, segno della devozione
di P.Modestino di Gesù e Maria, francescano frattese beatificato il
29-1-1995. Sotto l'altare vennero poste tra le altre le reliquie dei santi
martiri Simplicio e Geminiana. * La
cappella di S.Vincenzo Ferreri, con altare marmoreo, contiene una tela opera
di S.Postiglione ed un busto ligneo del santo.Questo stesso santo è effigiato
in un affresco situato all'ingresso dell'antica Congrega ora sede della
Canonica. * La
discesa alla cripta, recuperata alle funzioni conservative e devozionali,
presenta una tavola di Andrea Sabatino da Salerno, discepolo di Raffaello, la
quale ornava, con le figure di S.Sosio e S.Giovanni battista, in antico
l'altare maggiore.Come si evince dalla Santa Visita del Vescovo Balduino de
Balduinis (XVI secolo), essa era completata con altri pezzi isolati
raffiguranti la Vergine e i santi Nicola e Giuliana; questi ultimi due sono
ancora nella chiesa. * L'ultima
cappella, prima dell'uscita, contiene un fonte battesimale su cui è impressa
una iscrizione del '400. In alto si nota un battesimo di Gesù dipinto da
L.Abbate. * Il quadro sull'uscita, raffigurante S. Sosio
in visione della Vergine con il Bambino, è opera di G.Aprea. Parete
perimetrale sul Corso Durante : Vi si nota una antica colonnina sporgente sul
piano del marciapiedi. Ad una certa
altezza si osservano due grandi cornici di piperno, di cui si ignora l'antica
funzione, datate A.D. 1654 e 1635 (?).
[2] SANTUARIO DELL' IMMACOLATA CONCEZIONE (sito
medievale-XIX sec.) PROFILO
STORICO-ARTISTICO :
La Chiesa fu edificata a partire dall'Aprile del 1855; epoca in cui i due
sacerdoti Giovanni Micillo e Stefano Spena fecero demolire l'antica Cappella
dell'Agnolo che occupava lo stesso sito dall'inizio del XIV secolo. Una
colletta popolare, organizzata dai sacerdoti frattesi dell'epoca, l'intervento economico deliberato il 17
Giugno 1860 dall' Amministrazione Comunale, accolli di spese in proprio di talune famiglie, come i Rossi, e l'opera
della antica Congrega dell'Immacolata furono alla base della
edificazione del tempio. L'arricchimento del Santuario, con suppellettili
risalenti ad epoche più antiche e all'epoca stessa della edificazione, iniziò fin dal 1862; con l'acquisto di un organo monumentale; con
l'acquisto di due Angeli di marmo dalla trecentesca Chiesa dell'Annunziata di
Aversa; con l'acquisto di due altari laterali (all'epoca S.G.Battista e
S.Maria di Loreto, poi Addolorata ed Ecce Homo) dalla Chiesa di S.Sofia di
Giugliano; con la pavimentazione ad opera di Vincenzo Pezzullo nel 1866; con
la dotazione di candelabri bronzei del sindaco Cav. D'Ambrosio nel 1867. Gli
affreschi del Serino e del Cozzolino, insieme con il fonte battesimale in
marmo, e un nuovo pavimento in marmo, si ebbero con l'intervento operato tra
il 1890 e il 1894 dal Rettore del Santuario Mons. Carmelo Pezzullo. Nel 1909
furono eseguiti altre decorazioni pittoriche dal Palumbo, nella cona,
nell'abside ed intorno nella Chiesa. Lo spunto per la edificazione del
Santuario provenne dalla proclamazione del Dogma dell' Immacolata
Concezione da parte del Papa Pio IX, il giorno 8 Dicembre 1854. Il tempio
fu aperto al pubblico l' 8 Settembre del 1866 con la benedizione del delegato
del Vescovo Domenico Zelo. Nel 1895 la Chiesa fu solennemente consacrata da
Mons. Carlo Caputo. Il giorno 8 Dicembre del 1904 si ebbe la solenne
incoronazione dell'antica statua dell'Immacolata, la quale per l'occasione fu
restaurata ed indorata a spese del Mons. Carmelo Pezzullo. Il 14 Dicembre del
1919 il Santuario fu aggregato alla Basilica Vaticana, e nel 1922 fu
istituito il Capitolo Collegiale del quale fu Priore Mons. Vincenzo Pezzullo.
Nominato nel 25 Gennaio 1930, fu Rettore del Santuario Mons. Federico
Pezzullo che divenne poi Vescovo di Policastro. Successivamente fu Rettore
Don Nicola Russo, protonotario apostolico. Attuale Rettore del Santuario è
Don Sossio Liguori. VISITA: Importantissimo nella religiosità e nelle
manifestazioni liturgiche locali,per
i contenuti e i significati devozionali fortemente vissuti dal popolo,
il Santuario è anche importante per
le sue manifestazioni artistiche e storiche.Un pregevole repertorio ancora da
catologare, a partire dalla seicentesca statua lignea dell'Angelo Custode e dalle antiche suppellettili congregazionali,
è presente nel Santuario, nel quale convivono espressioni diversamente datate
e diversamente significative per gli stili, gli autori e le scuole. Nella
descrizione del Rev. Giovanni Casaburi si può leggere: "La Chiesa
attuale, ad una navata, è larga 38 palmi, lunga 96 metri; otto cappelle
fiancheggiano la navata: quattro a destra di chi entra e quattro a sinistra
con un altare di marmo, sormontato da una nicchia che contiene la statua del
santo titolare di ciascuna cappella. A destra sono situati gli altari di
S.Biagio, di Gesù risorto, dell'Angelo Custode e dell'Addolorata, a sinistra
gli altari di S.Gaetano Thiene, di
S.Francesco di Assisi, dell'Arcangelo Raffaele e dell' Ecce Homo. Sono
esposti alla venerazione dei fedeli i quadri del S. Cuore di Gesù, della Madonna di Pompei, di S. Rita, della
Madonna del Buon Consiglio, di S.
Teresa del Bambino Gesù e le statue di S. Pietro, di S.Andrea Avellino, di
S.Luigi, di S.Filomena, di S.Paolino, di S.Pasquale e della Maddalena.
L'organo strumentale fu costruito dall'artista Domenico Petilli di Napoli. La
balaustra, che separa il presbiterio dalla navata contiene ai lati due
colonne marmoree, portanti ciascuna un candelabro di ferro fuso dorato con 13
candele elettriche. Otto lampadari
magnifici pendono dal cornicione. Sopra l'altare
maggiore, sormontato da colonnine e cupolette di marmo, si erge
maestosa la statua della Vergine Immacolata, circondata da Angeli. Gli stucchi della volta e dei capitelli furono eseguiti
dall'artista Giuseppe Marfuggi di Aversa." Da non dimenticare il
magnifico coro ligneo del presbiterio
che,da sempre degna cornice delle funzioni liturgiche dell'altare, accoglie
misticamente, ed invita all'adorazione anche i fedeli più accreditati del Santuario,
testimoniando e facendo rivivere un antico spirito congregazionale.
[3] S. GIOVANNI BATTISTA (XV sec.)
PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
E' chiesa gentilizia voluta nel 1487
da Antonello De Lo Preite nell'antico sito normanno della Platea de
Castello, ai confini atellani, per
realizzare una opera meritoria e per la salvezza dell'anima. Le sue
rendite si legarono alle vicende dei discendenti e ai benefici ecclesiastici.
Come beneficio senza cura di anime,
nel 1866 furono alienati i suoi fondi. Oggi è venerato luogo devozionale che
contiene alcune opere d'epoca di un certo pregio, e ove si celebrano le
sole festività. Al suo decoro
si interessano anche i soci dell'Associazione cattolica intitolata a S.Giovanni
Battista. VISITA: La vetustà della chiesetta appare
immediatamente con i caratteri semplici e lineari della sua architettura
esterna. L'Altare frontale di travertino ha una mensa sostenuta da sfingi
laterali. Sopra di esso si osserva una tavola effigiante il Battista, che è
compatrono del paese. Sul muro dietro questa tavola un tempo era evidente
l'affresco della scena della Crocifissione con Gesù, la Vergine e S.Giovanni
evangelista. Al centro della volta si osserva una tela raffigurante il battesimo
di Gesù. Alle pareti laterali sono
infisse due lapidi dei Parretta, discendenti del fondatore; la lapide di
sinistra, del '500, ricopriva un tempo il sepolcro gentilizio situato al
centro del pavimento. Una descrizione della chiesetta, ricca degli ornamenti
e dei quadri più antichi una volta esistenti, è contenuta nella relazione
della Santa Visita del vescovo Carlo I Carafa del 1621.
[4] S. MARIA DELLE GRAZIE E PURGATORIO (XV
sec.) PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
L'antica cappella fu fondata in epoca
aragonese, come patronato gentilizio e comunale, sul sito dell' Olmo
che univa la gran piazza e la chiazza pertuso. Nel '500 fu in
essa istituita la Congrega delle Anime del Purgatorio. Seguì da vicino
le vicende storiche e devozionali del Comune. All'epoca del Riscatto
fu usata come sede delle riunioni della Università, e nel 1639 subì un
incendio che costrinse la popolazione ad interessarsi del suo restauro e
a rimandare il completamento della Chiesa
dell'Annunziata e Sant'Antonio. Sede anche delle Congreghe mariane e del
Rosario, essa fu ingrandita dal 1854
al 1857. In vari lavori di restauro sono state rinvenute lapidi seicentesche.
Ha un campanile di fattura medievale a due campane; vi si celebrano messe
festive e domenicali; è usata come oratorio e sede di attività artistica e
religiosa; riceve attenzione dai privati cittadini che si interessano del suo
decoro; possiede quadri d'epoca, busti pregevoli di santi del '600 e porte
lignee intarsiate. VISITA: Si accede per una scalinata posta al suo
ingresso. L'antica configurazione dell'interno era a tre altari: quello
centrale dedicato alla Madonna delle Grazie; quello a sinistra dove ora si
trova la statua di S.Pietro martire, e quello a destra dedicato a S.Orsola.
Si notavano affreschi della Visitazione e della Presentazione al tempio.
Nell'annessa sede della Confraternita vi era poi ancora un altare dedicato
alla Madonna delle Grazie, a S.Francesco di Paola e a S.Vincenzo Ferreri, ed un
luogo per la sepoltura dei Confratelli. Oggi essa si presenta in forma
rettangolare con sei piccoli altari laterali. L'altare maggiore è ornato da
un piccolo trono ove è posta la statua della Madonna; sotto di esso si legge
una iscrizione del 1929, riferita agli interventi di restauro come un'altra del 1935 posta sul
pavimento. Nella chiesa sono conservate le statue ligne di S.Vito
e di S.Giacomo apostolo.
[5] MARIA SS. DEL CARMINE (Origini: XIII
sec.-1960) PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
Sostituisce l'antica chiesa del XIII secolo complateare della parrocchiale di
S.Sosio. Di questa ha ereditato il
patrimonio congregazionale, la
devozione alla Vergine del Carmelo, a S.Anna, a S.Nicola (compatrono di
Fratta) e a S.Ciro. Oggi essa è sede di ferventi attività pastorali e giovanili, ed è officiata dal Parroco D.
Michele Costanzo; è situata in una
area tra centro storico e moderna periferia urbana. VISITA: L'interno
è ad una sola navata con quattro cappelle laterali. Sugli altari di due di esse
sono poste le statue della Madonna col Bambino e di S.Ciro. L'altare
maggiore, situato al centro dell'ampio presbiterio, è ornato da un grande
crocifisso stilizzato e dalla pietra del tabernacolo. All'ingresso si poggia
su colonne una cantoria molto freguentata.
[6] S. MARIA CONSOLATRICE DEGLI AFFLITTI
(XVII sec.) PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
Era annessa al Convento San Nicola da Tolentino dei padri Agostiniani,
trasformato nel secolo scorso in ospedale civile. Fin al 1819 fu dedicata a
Sant'Agostino e poi al SS. Sacramento, nel periodo dell'officiatura dei Padri
Sacramentisti. Al centro possiede una discesa al cimitero dei monaci. Sorge
nel sito col toponimo Paritinula risalente al IX secolo. E' ornata da
un portale seicentesco ed è stata collegata a molte vicende storiche locali,
come le rivolte del '600, e a molte questioni religiose ed istituzionali,
come quelle della definizione dei ruoli civili ed ecclesiastici nella
gestione delle reliquie di san Secondiano e delle attività della Congrega di
Carità. VISITA : Si
presenta ad una navata con l'altare centrale su cui poggia una statua
dell'Immacolata tra i quadri di Sant'Alfonso e di San Gennaro(Cfr. S.Capasso
e P.Costanzo) e/o di San Nicola da Tolentino (Cfr. P.Ferro). All'entrata si legge
una lapide del periodo borbonico. Sui muri perimetrali si notano le tele del
Cristo che cede sotto la croce e dell'Annunciazione. Sul lato sinistro si
apre un cappellone dedicato a Sant'Anna, effigiata in una statua, un tempo
luogo della esposizione del corpo di San Secondiano. Di fronte si trova la
cappella dedicata a San Giovanni di
Dio, protettore degli ospedali. Si osservano poi due altri altari dedicati
rispettivamente alla Madre dolorosa, la cui statua è posta dinanzi al quadro
della Natività, a Santa Filomena, la cui statua è posta dinanzi al quadro
della deposizione. Oggi le pareti liberate con un restauro sono occupate a
destra dalle tele della Madonna col Bambino, di San Nicola da Tolentino e di
Santa Rita (agostiniani); a sinistra si nota il quadro del Transito di San
Giuseppe. Le tele sono attribuite al Malinconico. Sul pavimento della chiesa,
una lastra di marmo con iscrizione chiude l'ipogeo, nel quale è collocato il
cimitero dei monaci ed è posta la tomba Agnello Rossi, giovane quindicenne
morto in concetto di santità nel
1857.
[7] SS. ANNUNZIATA E S.ANTONIO (XVII secolo)
PROFILO
STORICO-ARTISTICO
- E' sorta intorno al 1630, epoca del
Riscatto, sul sito devozionale dell'Arco, residuo
dell'acquedotto atellano, ove esisteva una antica edicola votiva dedicata
alla Annunziata e a Sant'Antonio da Padova. L'opposizione all'erezione della
chiesa e le altre vessazioni del Patriarca De Sangro, compratore feudale,
furono la causa che fece scatenare il movimento popolare che portò al Riscatto di Frattamaggiore. In questo
movimento si accrebbe ancor più la
devozione al Santo di Padova, e i voti popolari che a Lui si rivolgevano per
il buon fine della questione si
intrecciarono fortemente con le vicende del Riscatto, fino al punto di
considerare emblematica di esso la stessa costruzione della chiesa (de
Capassi,Canto V, Ott. 64). Non a caso poi la piazza dove la chiesa si eresse
fu chiamata Largo Riscatto.
Dalla descrizione della primitiva chiesa operata da Florindo Ferro, altro insigne storico locale, si apprende
che essa era stata costruita al posto
dell'arco antico sormontato da una "rozza croce di ferro" e
contenente una edicola con l'immagine
della SS.Annunziata alla quale era stata aggiunto il segno devozionale di
Sant'Antonio. La descrizione di questa chiesa antica è ricavata dall' Inventario
ecclesiastico (Tomo II, fol.150)
che la presenta come modesta
costruzione ad una navata con una unica porta, con le mura imbiancate e con
un grande lampadario di ramocedro al centro.Fu sempre legata alle
vicende più importanti della città,
come la peste del 1657, la formazione delle Congreghe Plateari e la
traslazione dei Santi Sosio e
Severino (1807). Da sempre succursale della Chiesa Madre di San Sosio, ebbe
la facciata attuale nel 1876 e divenne Parrocchia nel 1938. E' affiancata da
una torretta con orologio, e di essa fa parte integrante l'antica Cappella
Congre-gazionale, situata al lato e allineata alla Sacrestia. VISITA: Sagrato: E' ampio e chiuso da una cancellata. Facciata: Realizzata nel 1876 su progetto di
F.Mazzarella in stile classico con decorazioni; vi sono infisse iscrizioni
celebrative. Interno: Si presenta a tre navate con otto
altari. L'altare centrale, dedicato all'Annunziata, è sormontato da una
cupola; il soffitto a volta è decorato e gli stili presenti sono vari come
gli stucchi che adornano la chiesa.
Il quadro della Madonna posto al centro è opera del '700 realizzata da
P.Malinconico. Si legge pure una lapide commemorativa del giureconsulto C.De
Angelis. Percorso:
*A partire
dalla navata di destra all'entrata, si nota la prima cappella ornata da un
quadro con le Anime del Purgatorio, opera di F.De Vivo da S.Arpino, e l'altare marmoreo ai piedi del quale si
trova la lapide che copre la tomba della peste del 1657. * Vi è poi
l'ingresso all'antica Congregazione di Sant'Antonio e di San Rocco con
suppellettili delle confraternite e con un altare al centro. * La seconda
cappella è dedicata a Sant'Antonio abate, effigiato in una statua lignea
dorata del '700 realizzata da Merliano da Nola. Al santo è dedicata la festa
del quartiere e la grande devozione popolare. Sul fianco è posta una lapide celebrativa di P. Biancardo. *
Segue la cappella di San Michele
Arcangelo, con l'altare marmoreo dei
Massotti e la statua opera di
G.Colombo voluti nel '700 dalla devozione del musicista Francesco Durante. In
essa vi è pure una iscrizione tombale di I.Gaverio. *
All'ingresso della Sacrestia è posta la lapide di A.Pagnano, e in essa il
Giordano segnalò un quadro di S.Teresa. * L'ultimo
altare della navata è dedicato a S.Giuseppe. * Seguendo
per la navata opposta, accanto all'altare maggiore si osserva una
basilichetta anche dedicata all'Annunziata effigiata in una statua
lignea dell'inizio '800, opera di A.Calì. Si legge una iscrizione dei Lupoli. * La
cappella successiva è in onore di Sant'Antonio da Padova, la cui statua è
opera settecentesca. Si osserva anche una lapide dei Muti. * Si trova
poi un altare marmoreo dedicato a S.Francesco Saverio, e nello stesso luogo
la lapide celebrativa del vescovo Micillo. * Ultima
cappella è quella dedicata a Sant'Anna, con una statua lignea opera de De
Falco autore pure di una statua dell'Arcangelo Gabriele. * Si osservano
ancora un quadro di S.Rocco del '700, un quadro della Madonna del Buon
Consiglio dell' '800, segno della devozione in questa chiesa anche del beato
Modestino fanciullo, una statua lignea del '500 di Santa Giuliana, un tempo
posta nella diruta cappella rurale, ed un busto di San Sosio di E.Pedace. Ipogeo : Attualmente murato, si estende nel
sottosuolo della chiesa dall'altare di San Giuseppe ad oltre quello di Sant'Antonio abate. Fu adibito nel 1713 a
cimitero dei Confratelli. Giardino
esterno: E' luogo
devozionale mariano ed è dedicato alla commemorazione di Padre Pio da
Pietrelcina.
[8] S. INGENUINO (XVI sec.) PROFILO
STORICO-ARTISTICO - I
conti Genoino avevano in Frattamaggiore possedimenti ed un edificio accanto
alla loro chiesa gentilizia, dedicata al santo vescovo di Sabiona, Ingenuino,
che ricorda con il suo nome quello del casato dei nobili devoti. Varie
vicende di alienazione dei beni portarono nel 1882 mons. Carmelo Pezzullo
all'acquisto della cappella gentilizia; la quale fu così, dopo un periodo di
abbandono, rinnovata con le dotazioni religiose e recuperata alla devozione
popolare che sempre forte si era manifestata
nei suoi confronti. In essa si celebrano funzioni festive e
domenicali. VISITA: Sulla facciata sono posti due busti grecizzanti
di santi ed una epigrafe commemorativa di mons. Pezzullo. Sull'altare
centrale di marmo policromo, della dotazione ottocentesca, è posta la statua
lignea del santo titolare donata dal monsignore. Il complesso della stessa
dotazione comprende anche i marmi del pavimento ed il presbiterio. Sulle
pareti laterali sono annicchiate le statue di Sant'Antonio di Padova e di San
Giuda Taddeo. In particolare la statua del santo francescano è oggetto
privilegiato della devozione popolare del paese, richiamadosi probabilmente alle vicende del
Riscatto (1630); le quali sono
notevolmente significate nella cappella anche dalla presenza della tomba di Giulio
Giangrande, vecchio eroe del tempo che si rifiutò di pagare le tasse
baronali imposte ai portatori di bastone e che, con il suo gesto, diede il
via alla riscossa popolare.Varie epigrafi ricordano il tema della morte, e
nella chiesa si trova, oltre a quella già segnalata del Giangrande che era
familiare dei conti, anche la tomba con la lapide commemorativa del
poeta-abate Giulio dei conti Genoino. La via contigua alla cappella è
intitolata all'eroe Giangrande.
[9] MADONNA DEL BUON CONSIGLIO E SANT'ALFONSO
(XIX sec) PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
Chiesa cara alla devozione religiosa
gentilizia e popolare del paese; dedicata alla Madonna del Buon
Consiglio, icona amata dai Prelati di casa Lupoli e dal Beato
Modestino, e a Sant'Alfonso fondatore della Congregazione del Redentore,
a cui appartennero i vescovi Vincenzo e Raffaele Lupoli e il P. Sossio Lupoli
amico del santo. Sorta nel 1823 accanto al Ritiro delle donzelle povere ed
orfane di Frattamaggiore, voluto da
F.Capasso alla fine del '700, la chiesa utilizzò marmi, campane e
suppellettili del Monastero soppresso di San Potito di Napoli. Si intese destinarla a Cappella gentilizia
della famiglia Lupoli, della quale in
essa si leggono varie lapidi commemorative. VISITA: La chiesa ha subito diverse
modificazioni rispetto alla prima
configurazione. Un tempo in essa vi erano, oltre al quadro della Madonna del
Buon Consiglio e alla statua di Sant'Alfonso, anche una statua di Santa
Filomena ed una di Sant'Eurosia, patrona di Larino sede episcopale di
Raffaele Lupoli. Al centro della chiesa fu previsto un sepolcro gentilizio, e
dietro all'altare di Sant'Alfonso vi era un marmo con bassorilievo
raffigurante una monaca, il quale chiudeva l'ingresso al cimitero. Si vedeva
poi una grata attraverso cui era possibile comunicare con le suore del Ritiro.Nel
1895 la chiese ebbe restauri da G.Giametta, e successivamente interventi di
mons. Rossi (1930) e di d.G.Auletta, che la dotò di mosaici della scuola
vaticana.Un piccolo atrio precede l'entrata, ove si possono le lapidi con
lo stemma di casa Lupoli. Il pavimento è in marmo rosso veronese e le pareti
sono ornate con lastre di travertino. Sulle pareti si osservano i mosaici
di Sant'Alfonso e di San Gerardo, e
al centro l'altare marmoreo ed il cappellone della Madonna del buon
Consiglio. L'Abside è balaustrata con marmi policromi e sull'altare maggiore
si ammira il mosaico di Cristo Re,abbozzato su cartone da R.Manzo, e sopra di
esso una croce in legno con la riproduzione dell'Agnello e dei simboli degli
Evangelisti. I quadri
che ancora si osservano, di san
Sosio, di san Paolo, di san Francesco d'Assisi, di santa Chiara, di san
Giovanni battista e di san Pietro, sono opera del pittore romano Licini, lo stesso che aveva predisposto i
disegni per gli altri mosaici. La chiesa possiede luminose vetrate istoriate,
un buon organo ed un'ampia sacrestia.
[10] SAN FILIPPO NERI (XIX sec.) PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
Sorta in stile gotico nel largo Castellone ai confini atellani, in seguito
ad un scissione avvenuta tra l'antica Congrega del Carmine e quella di san
Filippo Neri, le quali avevano sede nella chiesa del Carmine sita nella
platea maggiore del paese. In essa furono portate le suppellettili
congregazionali di s.Filippo, e fu deposta la sacra reliquia di San
Secondiano, la quale era stata affidata fin dal 1845 da papa Gregorio XVI al
sacerdote Domenico Vitale. Essa trovò subito una collocazione pastorale
nell'antico quartiere dei funari tra Pardinola, antica località
atellana, e Chiazzanova, ove si affermò pure il luogo devozionale
della Madonna di Casaluce. Il complesso ecclesiale, composto anche
dalla casa canonica e dal campanile che porta la campana antica del monastero
agostiniano di Pardinola, è inserito tra le vie strette e antiche del
quartiere a cui dona decoro e contrasti solenni. Vi si svolgono attività
oratoriane in onore di san Filippo, istituite dal parroco d.Nicola
Giallaurito. VISITA: L'interno si presenta ad una sola navata
con due cappelle laterali. Sull'altare maggiore è posta una statua della Madonna
della Consolazione, detta anche della Cintura, il cui significato
devozionale si lega agli influssi dell' Ordine Agostiniano, presente in
Pardinola fino al 1829. Sotto quest'altare era posto un tempo il corpo di san
Secondiano, che oggi si può osservare nella cappella a destra. La statua di
san Filippo presente nella chiesa fa parte dell'antico patrimonio devozionale
statuario locale, sicuramente testimoniata nel '700 e riconducibile come
antichità al '600.
[11] SAN ROCCO (XIX sec.) PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
Fu fondata a recupero dell'antica funzione religiosa e devozionale legata
alla cappella medievale di Santa Giuliana, patrona di Fratta, situata alle
propaggini campagnole del paese, sul percorso dell'antico acquedotto che da Arcopinto
giungeva ad Atella. Essa recuperò anche la tradizione della Congrega
plateare dell'Arco che nel '700 aveva formata quella di san Rocco come
suo ramo giovanile.Alla sua fondazione è anche intimamente connessa l'opera e
la religiosità del Cav. Ignazio Muti, priore della Congrega di San
Rocco, il quale con l'obolo popolare riuscì a far costruire la splendida
chiesa che oggi si ammira.Alla sua storia è legata anche la cura delle anime
dei funari di Piazza Miseno insieme con l'opera pastorale del giocane Parroco
Nicola Capasso che divenne nel 1937 vescovo di Acerra. La struttura
architettonica circolare della chiesa richiama la forma del Pantheon
di Roma e quella di San Francesco di Paola di Napoli. VISITA : La facciata che si eleva dalla
scalinata con la cancellata offre alla vista una lunetta con un affresco del
Verri, recentemente restaurato, che ritrae l'episodio di San Rocco con il
cane nel bosco di Piacenza. Due torrette affiancano la parte centrale e
richiamano lo stile moresco. Varie lapidi ricordano gli avvenimenti
devozionali. L'interno
è uno spazio coperto da una grande cupola poggiata su otto pilastri di ordine
corinzio, collegati con archi. Intorno sono poste quattro grandi statue degli
evangelisti con i loro simboli; ai lati si aprono le cappelle devozionali.
L'altare maggiore è disposto nell'abside semicircolare ove si trova un
tempietto marmoreo con la nicchia
della statua seicentesca di San Rocco. La statua è opera di autore locale e
presenta il santo nella veste di povero principe pellegrino. In alto
all'entrata si trova la cantoria con l'organo opera della ditta Tamburini. A
sinistra dell'entrata è posto il fonte battesimale, realizzato in marmo
bianco di Carrara e in marmo giallo di Siena. La cappella laterale successiva
è dedicata al Sacro Cuore, la cui devozione è rappresentata nel grande quadro
del Verri che rappresenta l'apparizione di Gesù a Santa Margherita Alacoque,
promotrice della pia pratica. L'altare di destra è dedicato alla Madonna
del suffragio, effigiata in un'altro splendido quadro del Verri. Diverse
nicchie e piedistalli mobili sono dedicati a varie devozioni, tra cui quelle
mariane della Madonna di Lourdes e del Rosario, quella di San Gerardo, di San
Giuseppe Moscati, del Volto Santo e di Santa Gemma Galgani. La sacrestia
contiene quadri devozionali e commerativi; tra i primi quelli di San Domenico
Savio e del Curato d'Ars; tra i secondi
quelli di Ignazio Muti, di Pio XII e del vescovo N.Capasso.
[12] SS. REDENTORE (1908) PROFILO
STORICO-ARTISTICO
-Fu fondata da mons.Carmelo Pezzullo, protonotario apostolico, per le
esigenze pastorali poste dallo
sviluppo demografico ed urbano nell'area industriale tessile e periferica del
paese, su un suolo donato da Carmine Pezzullo. Il primo Parroco fu Sosio
Vitale, apostolo delle attività giovanili, morto prematuramente a causa della
febbre spagnola. Il carattere dell'apostolato giovanile è rimasto intatto
anche nell'epoca contemporanea, nelle
forme associative e nelle iniziative favorite dal compianto Parroco
don Mimì Padricelli e da don Tonino suo fratello. In essa si rilevano
pregevoli pitture di G.Giametta. VISITA: Alla chiesa si accede per un'ampia scalinata,
ed il suo interno si presenta ad una navata con corridoio laterale e con 6
cappelle con altari marmorei. L'abside ampia e solenne, sulla cui volta sono
affrescati episodi dell'Apocalisse, contiene il presbiterio balaustrato di marmo policromo. L'altare
maggiore è sormontato da una statua del Redentore benedicente, segno tra i più notevoli della devozione religiosa
dei frattesi. La prima cappella a destra è dedicata a Sant'Antonio di Padova;
la seconda a Santa Eufemia Vergine e Martire; la terza alla Vergine di
Pompei, di cui si possiede un quadro in legno dorato con
i 15 misteri. La prima cappella di sinistra contiene il battistero con in
alto il quadro del Battesimo di Gesù; la seconda è dedicata alla Madonna
Addolorata e la terza al Cuore di Gesù.
[13] MARIA SS. DI CASALUCE (XX sec.) PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
Sorge sul sito di una edicola ove era venerata un'antichissima icona della Madonna
con Bambino, con caratteri bizantini (X-XV sec.). La tradizione popolare le attribuisce una leggenda d'origine
legata al ritrovamento miracoloso del quadro, nello schema classico degli
esiti della persecuzione iconoclasta
(VIII sec.). E' documentato comunque il luogo devozionale nel secolo scorso,
presente nell'avito quartiere dei
funari di Chiazzanova: una cappellina nella quale si è
sviluppata la devozione alla Madonna di Casaluce, la stessa di quella
esistente già dal XIII secolo nel tempio gotico della omonima cittadina
dell'agro aversano che fu voluta e favorita da San Ludovico d'Angiò. La
chiesa moderna, sorta agli inizi degli
anni '50, è contigua all'Istituto delle Suore Compassioniste, centro
di una vasta opera educativa, assistenziale e religiosa. VISITA: L'interno è ampio e si presenta ad una navata,
con nell'abside l'altare centrale ed il trono marmoreo, su cui è innalzato
l'antico quadro bizantineggiante della Madonna bruna con il Bambino. Due
altari devozionali si trovano in prossimità dell'abside ai lati della navata;
quello di destra è dedicato a Sant'Antonio di Padova e quello di sinistra è
dedicato al cuore di Gesù. Nel vano della rampa d'accesso alla balaustra si
conservano la lapide ottocentesca dell'indulgenza, legata alle pie pratiche dell'antica cappellina dei
funari, e quella commemorativa della sua esistenza nel luogo ove oggi sorge
la chiesa.
[14] MARIA SS. ASSUNTA IN CIELO (1956) PROFILO
STORICO-ARTISTICO -
Fu fondata per interessamento di don Luigi Pezzullo e con l'intervento del vescovo
A.Teutonico, per dotare la moderna
periferia di Fratta, segnata da un notevole sviluppo urbano e
demografico, delle attività pastorali in loco. Essa possiede opere pregiate e
realizza una attività catechistica, oratoriana e di servizio sociale, nelle
dinamiche impresse dall'azione del Parroco Don Angelo Crispino. Il complesso
ecclesiale si completa con uno svelto campanile, con la grande sacrestia, con
la casa canonica e con ampie sale per incontri e riunioni. VISITA: L'interno è ad una navata. L'altare
centrale è di marmo pregiato lavorato con arte, con intarsi in mosaico
veneziano. E' sormontato dalla grande icona della Madonna
Assunta tra gli Angeli,
realizzata dalla ditta Fravet di Pietrasanta su disegno del Parroco
L.Pezzullo. Ai lati della navata, al centro del colonnato, sono posti gli
altari in marmo bianco di Carrara dedicati al Sacro Cuore e a San Giuseppe
operaio. Le tele sono opere dello stesso parroco L.Pezzullo. All'entrata, a
sinistra, si nota il battistero con il richiamo epigrafico ad una antica
iscrizione del Laterano; sulla destra si nota un mosaico del Gesù morente e
delle Pie donne. Notevoli sono la Via Crucis e le vetrate. Il decoro
della Chiesa è ancorché reso importante e significativo con gli interventi
del Parroco che abbelliscono, innovano e reinterpretano gli spazi ed i
contesti esistenti.
[15] CRISTO RE (1957) DESCRIZIONE
STORICO-ARTISTICA –
La chiesa è parte integrante del complesso dell’Istituto ‘Piccole Ancelle di Cristo
Re’ fondato nel 1935 dal francescano padre Sossio Del Prete da Frattamaggiore
(1885-1952) e da suor Antonietta Giugliano (1909-1960). La formazione
dell’Istituto era già stata avviata qualche anno prima (1932) con esperienze
di aggregazione nel circuito spirituale del Santuario di Sant’Antonio di
Afragola. Il prestigio della fondazione e della Continuazione dell’opera può
estendersi pure a M.Raffaella Tuccillo (suor Franceschina) e ad un altro
francescano, padre Giacinto Ruggero da Grumo Nevano (1913-1984), in virtù del
loro impegno e del loro sostegno spirituale. L’Istituto si sviluppò a
Frattamaggiore nel territorio della Parrocchia di San Rocco, a partire dal
1957, come un complesso formato di casa religiosa, centro di accoglienza,
scuola, chiesa e strutture ricreative ed artistiche. Esso ha realizzato punte
di accoglienza fino a 350 ragazzi assistiti insieme con attività di
formazione professionale. Attualmente l’Istituto funziona come Semiconvitto
per circa 80 ragazzi e svolge attività di catechesi in collaborazione con la
Parrocchia di San Rocco; mantiene attivate una Scuola Elementare ed una
Scuola Materna, ed offre la sede per una Scuola Media e per la succursale del
Liceo Scientifico. Esso è tenuto da 8 suore con funzioni ben organizzate e, nella
preghiera per la beatificazione del fondatore, continua ad operare la sua “azione
apostolico-caritativa, con il medesimo slancio spirituale”. VISITA: La chiesa, al cui atrio si accede con una
scalinata, è rinchiusa nell’area religiosa; la sua dotazione devozionale e le
sue linee sobrie e solenni, sono tutte concentrate ad esaltare la
fondamentale importanza dell’avvenimento liturgico e a favorire la preghiera.
Essa è illuminata dalla luce esterna ed è connessa intimamente all’uso e alle
funzioni religiose dell’Istituto. Nel consentire la partecipazione
occasionale ed eccezionale alle funzioni liturgiche essa esalta il
raccoglimento singolare e la partecipazione comunitaria.
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